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Elena Pulcini, appassionata studiosa delle fragilità umane

Il virus si è portato via Elena Pulcini, una delle menti più brillanti e originali del panorama filosofico italiano ed europeo. Il suo nome era legato in particolare a una serie di lavori fondamentali sui temi della crisi ambientale e sulla ‘cura del mondo’. Il filo rosso che lega tutta la sua opera è la riflessione sull’universo delle passioni, dalla paura all’empatia, come risorsa motivazionale capace di trovare risposte alle sfide epocali della tarda modernità. Negli ultimi anni il pensiero di Elena Pulcini si era concentrato sempre di più sul tema della vulnerabilità, intesa come condizione esistenziale comune e al tempo stesso prospettiva a partire dalla quale progettare un futuro comune. La sfida ambientale era al centro di questa riflessione, e il congedo dal paradigma antropocentrico, e ancor prima dall’individualismo possessivo e prometeico, costituivano la solida base per dare corpo al suo pensiero.

Questa perdita non tocca solo la sfera del dibattito filosofico e intellettuale dell’accademia italiana e internazionale, ma anche la sfera pubblica italiana intesa in senso più ampio. Elena Pulcini infatti viveva la sua vocazione filosofica rendendosi sempre disponibile, e con grande generosità, a condividere il suo pensiero anche al di fuori delle aule universitarie. Di questo sono testimonianza i molti seminari e incontri a cui Elena ha partecipato, dialogando con i giovani, nonché la sua recente scelta di impegno politico sui temi ambientali.

Elena Pulcini ci lascia anche un’attenta riflessione sulla pandemia, proprio su quel virus che l’ha strappata a tutti/e noi. In questa riflessione aveva riproposto il tema della responsabilità e della cura del mondo con un afflato rinvigorito dalla drammaticità della condizione che viviamo.

Per noi che l’abbiamo conosciuta più di trent’anni fa e che abbiamo seguito il suo lavoro e la sua vita è una perdita immensa. Elena ci lascia comunque il suo prezioso pensiero e di questo la ringraziamo profondamente.

Anna Loretoni e Debora Spini

[fonte StampToscana]